Le biblioteche tra passato, presente e futuro

Le biblioteche per millenni sono state le istituzioni culturali deputate alla conservazione e alla fruizione della memoria collettiva permanente, meglio nota come scrittura, il patrimonio documentale dell’umanità. Sin dall’antichità sono state le “banche dati” della nostra cultura, permettendo che arrivassero fino a noi i classici della letteratura greca, latina e medievale. L’importante funzione storica e culturale della biblioteca come istituzione, in questo caso quella di un’abbazia cistercense, è stata ben descritta nel romanzo di Umberto Eco “Il Nome della Rosa”.

Anche oggi, ogni anno in Europa 1,2 milioni di cittadini usufruiscono dei servizi offerti dalle circa 70.000 biblioteche europee.  Con l’avvento delle tecnologie digitali però  questi storici compiti sono venuti meno.

Oggi la maggior parte delle nostre biblioteche appare senza dubbio in difficoltà rispetto alle esigenze dei cittadini. La verità è che da un lato il progresso tecnologico ha creato una serie di servizi che minano la funzione stessa della biblioteca e che, dall’altro, il nostro sistema bibliotecario non era (e non è) pronto alle sfide che questa evoluzione vorticosa presentava.

È possibile immaginare un mondo senza biblioteche? Sicuramente no.

Le biblioteche sono un luogo in cui la fruizione di “libri” deve pur continuare ad avere un ruolo fondamentale. Ma in un periodo in cui la gente che legge lo fa su materiale di scarsa qualità, è anche vero che è necessario avviare nuovi percorsi di stimolo alla lettura. In un’Italia che si preoccupa delle fake news, bisognerebbe guardare al fatto che i tassi di analfabetismo funzionale crescono in maniera esponenziale. Se le biblioteche vogliono arginare questo fenomeno allora dovranno mettere in essere un percorso di rinnovamento.

In altri termini, è necessario che imparino i linguaggi del presente, che si adattino a un mondo che forse non è il migliore dei mondi possibili, ma che sicuramente presenta loro l’opportunità di reinventarsi e tornare a essere un punto di riferimento per l’intera collettività.

Appare quindi doveroso il rilancio del servizio, che può avvenire grazie alle nuove tecnologie informatiche, infatti oggigiorno è essenziale la digitalizzazione dei documenti affinché gli utenti possano ricercarli e consultarli con più  facilità e velocità.

La digitalizzazione da fare riguarderà vari aspetti: dal 

 dei documenti (digitali e non) al backoffice, dallo sviluppo di una nuova teoria dei metadati alla traduzione bibliotecaria dei modelli di machine learning per la gestione dei big data di settore, dall’integrazione del digitale nella biblioteca fisica alla cooperazione tra biblioteche, dall’ottimizzazione dei processi di acquisto alla creazione di logiche di sviluppo cooperativo e automatizzato delle collezioni.

Il lavoro da fare è tanto e complesso, se le biblioteche hanno ancora intenzione di esistere e sopravvivere allora dovranno innovarsi quanto prima possibile, altrimenti il loro posto verrà preso da nuove esperienze e fenomeni già in essere che non si lasceranno sfuggire questa possibilità in quanto l’uomo non riuscirà  mai a placare la propria “fame di conoscenza”.

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